Accoglienza: cittadini si autotassano per aiutare una famiglia siriana

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PisaToday

Il nucleo di genitori e due bambini è arrivato dal Libano tramite un corridoio umanitario. I cittadini pagano l’affitto della casa a Pisa e le utenze, la Comunità di Sant’Egidio vestiti e materiale scolastico

Il 24 ottobre, direttamente da Beirut, Libano, ha fatto ingresso in Italia, insieme a circa altre 70 persone, una famiglia profuga siriana che sarà ospitata a Pisa. Il nucleo, proveniente dalla città di Homs, è composto dai genitori e da due figli di 7 e 11 anni. Grazie al corridoio umanitario organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, Federazione Chiese Evangeliche in Italia e Tavolo delle Chiese Valdesi, all’interno del progetto ‘Mediterrean Hope‘, è stato garantito l’ingresso in assoluta sicurezza di profughi siriani presenti nei campi allestiti in Libano.

“La famiglia di profughi siriani – spiega Leonora Rossi, responsabile del progetto pisano – potrà vivere qui a Pisa. Per sostenerla, un gruppo di amici, spinti dalla forte volontà di dare un aiuto concreto a chi fugge dalla guerra, ha deciso di autotassarsi per un periodo di 18 mesi. Con i fondi raccolti si potranno coprire le spese per l’affitto di una casa e le utenze, visto che la Comunità di Sant’Egidio non ha a disposizione immobili nella zona”.

“Alle altre spese correnti, compreso vestiario e materiale scolastico – continua la responsabile del progetto pisano – provvede la comunità di Sant’Egidio, con la quale la collaborazione è molto stretta e costante. Grazie quindi alla sinergia tra aiuti privati ed aiuti della Comunità, primo esempio in Italia, è stato possibile garantire un’accoglienza adeguata, inserire i bambini a scuola, far sostenere a tutti i membri della famiglia i corsi di italiano organizzati da volontari di Sant’Egidio e mettere in atto tutte quelle azioni che, si auspica, possano portare ad una veloce integrazione della famiglia nel nostro tessuto sociale”.

Chiunque volesse sostenere il progetto può contattare i promotori dell’iniziativa locale: Leonora Rossi (leonorarossi74@gmail.com) e la Comunità di Sant’Egidio (santegidiopisa@gmail.com).

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MH
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