Proiezione del doc “Iuventa” a Lampedusa

di Beatrice Goretti, volontaria presso MH – Lampedusa

Venerdì 7 luglio la Iuventa è tornata a Lampedusa, grazie al documentario del regista Michele Cinque, presente alla proiezione. L’evento è stato organizzato da Mediterranean Hope, dal Forum Lampedusa Solidale e dalla parrocchia San Gerlando.

Il film racconta di un gruppo di ventenni tedeschi, del collettivo “Jugend Rettet” che tramite un crowdfunding riesce a realizzare il sogno: acquistare una nave e contribuire a salvare quante più vite umane possibili nel mar Mediterraneo. Con l’aiuto di altre organizzazioni umanitarie più grandi, che contribuiscono a promuovere la raccolta fondi, riescono ad acquistare un’imbarcazione degli anni 60’ (che tipo di imbarcazione?). Passo dopo passo danno vita ad una squadra di salvataggio e, grazie all’aiuto di alcuni giovani ma esperti marinai, partono per il Mediterraneo.

Alla vigilia della prima missione, l’adrenalina è tanta e si respira un’aria di gioia e soddisfazione: l’idea si è finalmente concretizzata. Ma la realtà riserva dei momenti difficili ai membri dell’equipaggio. Guardando il documentario si viene trasportati nel Mediterraneo Centrale e si assiste da vicino alle operazioni di salvataggio. Immagini forti, cariche di gioia e sofferenza che testimoniano l’impegno del collettivo Jugend Rettet che nel corso di un anno di operazioni – dal 2016 al 2017 – riesce a salvare oltre 14.000 persone.

Le immagini della quotidianità lasciano intravedere la spensieratezza dei giovani, contrastata però da momenti di grande tensione e soprattutto dal contatto con la morte. In molte occasioni i ragazzi sembrano crollare ma aiutandosi l’uno con l’altro, lasciando ad ognuno il suo tempo per superare le proprie difficoltà, tutti riescono a fare il loro dovere e a portare a termine missione.

 

Proiezione del documentario in Piazza Castello a Lampedusa

Ma il sogno s’infrange bruscamente con il sequestro della nave a Lampedusa. I ragazzi piombano nell’incredulità: nessuno capisce cosa sia successo, non credevano che salvare vite in mare potesse essere mai considerato un crimine. Molti, fin da subito, non riescono ad accettare che la nave debba rimanere in porto mentre ci sono persone che stanno rischiando la vita tentando la traversata. Cosa avranno mai fatto, quale legge avranno mai violato? In ogni caso, in quel momento, la speranza, la forza di poter cambiare le cose, di poter smuovere le istituzioni, sembra essere andata in fumo. Svanita.

Dopo il sequestro in molti escono dal collettivo e tentano di tornare alla normalità, delusi dal fallimento, di non poter impedire altri morti e disillusi dalle autorità che gli impediscono di continuare a svolgere la missione umanitaria per cui si erano impegnati.

La Iuventa sarà la prima nave di una ONG ad essere fermata dalle autorità italiane.

Ad un anno dall’apertura delle indagini, la nave è ancora nel porto di Trapani e fonti della procura affermano che dagli atti non emergerebbe in alcun modo che l’operato di Jugend Rettet potesse nascondere fini illeciti di nessuna natura.

Il documentario lascia una sensazione di ingiustizia. In Europa sentiamo sempre parlare dei giovani, di quale risorsa essi siano, di come è importante ascoltare le loro proposte, di quanto è importante crescere generazioni solidali, aperte e che contribuiscano a rendere il mondo un posto migliore. Questo documentario mostra tutto ciò che le autorità hanno sempre chiesto, giovani dai forti ideali che si impegnano a salvare vite e il sequestro è stata la risposta.

 

MH
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