Welcoming Europe: 65mila firme raccolte in Italia, dalla parte di chi accoglie

Sì all’accoglienza dei migranti, stop alla criminalizzazione delle Ong e serve tutelare per le vittime di abusi alle frontiere: 65mila persone ci hanno messo la firma, in Italia.

E’ questo il “tesoretto” della campagna “Siamo noi l’Europa che accoglie – Welcoming Europe”, della quale si è svolto questa mattina, mercoledì 20 febbraio, alla Camera dei Deputati, l’evento di chiusura. All’iniziativa, promossa tra gli altri da Radicali Italiani, Fcei, Legambiente, Cnca, Fondazione Casa della Carita’, Oxfam, ActionAid, A Buon Diritto, Acli, Arci, Baobab Experience, CILD, con l’adesione tra gli altri di Centro Astalli, Caritas, Fondazione Migrantes, Sant’Egidio, Libera, Cgil, Fiom, Cisl, Diaconia Valdese, Altromercato, Banca Etica, Open Arms, Seawatch, Amref, Rainbow for Africa, Amnesty International, hanno partecipato oltre 140 tra associazioni, Ong, chiese, società civile.

L’obiettivo della mobilitazione era lanciare un’iniziativa dei cittadini europei (così detta ICE, uno strumento di democrazia partecipativa che serve per chiedere alla Commissione Europea l’adozione di un provvedimento, ndr) che richiede la raccolta di un milione in tutta Europa, con delle soglie minime in almeno sette paesi membri. Obiettivo che purtroppo non è stato raggiunto a livello comunitario, perché, mentre in Italia il numero delle firme prefissato è stato superato, altri Paesi non hanno raggiunto la cifra prefissa.

Resta però il risultato italiano, che tutti i relatori intervenuti all’incontro di oggi hanno valutato come un primo passo, importante e simbolico, per cambiare rotta in materia di politiche migratorie e accoglienza.

Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, ha ricordato e spiegato l’esperienza dei corridoi umanitari, realizzati con la Comunità di Sant’Egidio. “Abbiamo un sogno – ha dichiarato Negro – : creare dei corridoi umanitari europei anche dalla Libia”. Insieme a quella dei corridoi, che è “una best practice“, il rappresentante della FCEI ha sottolineato come “contrapporre questo progetto al salvataggio delle persone in mare – search and rescue (SAR) – non abbia senso. Proprio per questo oltre a continuare a far arrivare le persone in modo legale e sicuro, abbiamo voluto fortemente dare il nostro sostegno al lavoro delle Ong Open Arms e Sea-Watch, con le quali collaboriamo”.

MH
MH
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