Regolarizzazione, Ero straniero: proposte modifiche in Parlamento perché sia più efficace

Roma (NEV), 28 maggio 2020 – La campagna Ero straniero, cui aderisce anche la FCEI, ha elaborato alcuni emendamenti da presentare alla Camera al decreto rilancio in merito alla misura di regolarizzazione. “L’obiettivo – scrivono in una nota i promotori della campagna – è provare ad allargare quanto più possibile la platea dei beneficiari.

Innanzitutto vogliamo consentire ai datori di lavoro di tutti i settori economici – e non solo di quello agricolo e del lavoro domestico e di cura – di poter assumere e mettere in regola lavoratori stranieri. Se l’obiettivo della misura del governo è combattere l’invisibilità e l’illegalità, perché limitarla a pochi settori quando la presenza dei lavoratori stranieri è fondamentale per edilizia, logistica, attività manifatturiera e in tanti altri ambiti lavorativi? E’ evidente che la garanzia di un contratto di lavoro è sufficiente ad assicurare a chi emerge di lavorare legalmente, uscire dalla marginalità e contribuire alla società, a prescindere dal settore in cui lavora.

Altro punto da emendare riguarda la documentazione che il lavoratore straniero deve presentare per dimostrare la presenza in Italia prima dell’8 marzo 2020 e accedere alla misura: vogliamo garantire la possibilità di dimostrare tale presenza a tutte le persone che hanno i requisiti per mettersi in regola. Indispensabile poi prevedere una finestra per la presentazione della domanda più ampia, che vada oltre il 15 luglio, dati i tempi lunghi di approvazione e conversione del decreto rilancio e la poca chiarezza sulle procedure da seguire.

Ci rivolgiamo quindi alla maggioranza affinché accolga in Parlamento le nostre proposte di modifica e si impegni a migliorare l’intervento del governo la cui efficacia, con i limiti attualmente presenti, rischia di essere depotenziata. Se si vuole realmente essere incisivi e ottenere risultati concreti, nell’interesse del Paese, occorre dare a quante più persone possibili l’opportunità di poter vivere e lavorare dignitosamente e di vedersi riconoscere diritti e tutele”.
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