A Call from Lampedusa to Tripoli. A Mediterranean Hope interview with Nancy Porsia in Libya*

In questi giorni a Lampedusa dopo la ripresa degli approdi abbiamo visto “riaprire” di nuovo il palcoscenico della frontiera. I media italiani hanno diffuso il pericolo dell’Isis legando l’immigrazione al terrorismo che arriva dai barconi. Mediterranean Hope ha intervistato Nancy Porsia*, giornalista che opera in Libia, per discutere di tutto questo. MH. Questa intervista è diversa da quelle che le hanno fatto in questi giorni, nelle interviste si parla del rischio (esistente) che lei corre ma non di quello che accade realmente in Libia. Un continuo sensazionalismo che non approfondisce la questione. E’ cosi? Sicuramente l’informazione in Italia è viziata dalla propaganda di una delle due parti in conflitto, ossia le autorità che hanno base a Tobrouk e sostenute dall’Egitto. La minaccia terroristica esiste, come esiste in qualsiasi scenario di guerra. L’instabilità porta tensione e quindi terrorismo. E’ un fenomeno in via di sviluppo e rafforzamento qui in Libia, però sicuramente è un fenomeno che ha degli alti margini di risoluzione. Alla questione libica, nella specificità della guerra civile in corso, non viene dato lo spazio sufficiente. Soprattutto se si vuole, in un’ottica di lungo termine, prevenire una reale deriva a 360 gradi fondamentalista o terroristica. Anche noi, stando a Lampedusa, vediamo in atto una campagna stampa sensazionalista che continua a mostrare grafici in cui dalle città controllate in Libia dall’Isis potrebbero partire dei missili in grado di colpire Lampedusa, lei come come la vede? Io penso che in questo momento la minaccia terroristica sia “in potenza”, non sia una minaccia in atto per l’Europa. In Libia, invece, è in corso l’espansione dell’ideologia fondamentalista. In termini militari però i gruppi estremisti sono una sparuta minoranza facilmente arginabile. Nell’ovest del paese le loro azioni si possono contare sulla punta delle dita di una mano. Nell’est hanno più potere ma l’esercito di Haftar potrebbe fare facilmente fronte a tutto questo. Anche le forze della città di Misurata (la controparte di Haftar ) che guidano la coalizione Fajr Libia stanno contrastando gli estremisti. Entrambi le parti in conflitto sono schierate contro la potenziale deriva fondamentalista. Gli estremisti nel paese ci sono ma si alimentano di instabilità e crisi politica. La struttura che l’Isis ha messo in piedi in 3 anni in Siria o in in 10 anni in Iraq, funge da una parte da catalizzatore, dall’altra diventa un modello facilmente replicabile ed esportabile. Il network si può espandere in maniera più veloce, la tempistica di una potenziale deriva fondamentalista in Libia è reale e con tempi più brevi di quelli che abbiamo assistito in Siria. Questo tipo di minaccia la si può risolvere soltanto perseguendo le vie diplomatiche con le parti in conflitto, ossia risolvendo il problema tribale, e ponendo fine alla lotta per il potere in questo momento in corso in Libia. Sicuramente la soluzione non è l’accanimento su gruppi estremisti, capaci di azioni spettacolari ma non delle forza che hanno sul terreno gli attori libici con cui le nazioni unite si interfacciano. Dopodiché, una delle due parti del conflitto, e mi riferisco alle autorità di Tobrouk è spalleggiata dall’Egitto. L’Egitto sta facendo una forte campagna di propaganda. Quando ero a Tobrouk lo scorso settembre si parlava delle truppe di Haftar che avevano conquistato Bengasi. I miei amici sul terreno mi dissero all’epoca che nulla si scorgeva all’orizzonte, nel frattempo tutti i media avevano ripreso la notizia. Le autorità di Tobrouk e l’Egitto, a differenza delle autorità di Tripoli, hanno accesso ai media inglesi e qualsiasi cosa loro scrivano viene ripresa. Quando vengono lanciati allarmismi e si produce l’effetto spettacolarizzazione tanto caro al giornalismo, non si riesce più a fare marcia indietro in tempo utile ed ammettere che la notizia non è stata verificata. Da qui la campagna di allarmismo e terrorismo in questo momento in atto in Europa ed in particolar modo in Italia. Negli ultimi giorni noi abbiamo visto un aumento delle persone che hanno preso il mare, questo fattore è coinciso con un meccanismo mediatico di tipo sensazionalistico nel quale si è detto che l’Isis attaccherà con i barconi l’Europa del Sud. Stiamo parlando dello stesso schema comunicativo? Assolutamente sì, penso che la campagna di allarmismo giocata d’anticipo dai governi europei abbia dato loro l’assist per poi definire meglio la loro linea di marketing. Ammesso che appunto si tratti di messaggi reali sui quali io – non facendo parte dell’intelligence – non posso esprimere un giudizio sulla veridicità. Però se noi da un anno continuiamo a ripetere che attraverso i migranti c’è il rischio d’infiltrazione terroristica, chiaramente è facile per loro percepire questa paura e fare leva proprio su questa. La situazione dei migranti, qual è? Molti di loro che arrivano a Lampedusa ci dicono che aumentano su di loro le violenze, conferma queste notizie? Non so loro quando abbiano registrato questo incremento di violenza. Sicuramente insieme al paese, anche la campagna sui diritti dei migranti iniziata un paio di anni fa qui in Libia dalla neonata società civile si è arenata. Un anno fa la stampa locale stava cambiando lessico, i media non parlavano più di “illegali catturati dalla polizia”, ma di migranti. Sempre un anno fa, sulla stampa libica è stato sdoganato il termine richiedente asilo. Posso confermare che la gente in Libia, anche quella che prima provava a rimodulare il proprio lessico circa i migranti, oggi sta cambiando atteggiamento. “Se stiamo male noi – dicono – se non vengono rispettati i nostri diritti, per quale motivo dovremmo preoccuparci di questa gente?”. Nell’ultimo anno, con la violenza in corso, il risultato positivo che la Libia aveva raggiunto è stato completamente annientato e la situazione peggiora anche su questo fronte. * Giornalista, esperta di medio oriente e tutt’ora a Tripoli per raccontare la guerra civile libica. Ha collaborato con On The Guardian, RAI, Al Jazeera, L’Espresso, Il Fatto Quotidiano, Repubblica, WDR TV, La Vanguardia, Tyzden, Radio 24…
MH
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