di Marta Bernardini e Francesco Piobbichi Lampedusa, Agrigento (NEV), 25 febbraio 2015 – I cani di Lampedusa sono unici. Sono il risultato di intrecci che nel corso degli anni sono avvenuti ogni volta che una nave ne abbandonava uno sull’isola. Sono grandi e vivono liberi, ogni tanto combinano qualche pasticcio, ma sono senza dubbio animali che hanno imparato a convivere con la popolazione locale e con chi arriva a Lampedusa. La maggior parte dei lampedusani li rispetta e non mancano le persone che si prendono cura di loro. Noi li chiamiamo “cani da turista”, perché riescono a farsi amare da molti turisti che prendono il sole sulle spiagge, ci fanno il bagno, ci giocano, si fanno accarezzare e poi alla fine gli portano via il panino con le panelle tra sorrisi e carezze. Il sole ed il mare fanno il resto. In questi giorni i cani di Lampedusa li abbiamo visti girare nelle strade, come se fossero dei ciceroni per i ragazzini approdati sull’isola che camminano per il centro del paese. Cani di mare, si direbbe, costretti a vita a restare su di uno scoglio di transito dove passa l’umanità e pronti ad accogliere chiunque. Lampedusa e i suoi cani non si sposteranno, continueranno a vivere di mare e turismo. Al tempo stesso, non si modificheranno nel breve tempo le cause che determinano l’emigrazione dall’Africa verso l’Europa. Cause che sono molte, complesse, e spesso lasciate crescere nel tempo senza che nessuno le affronti. In questi giorni i ragazzini approdati a Lampedusa con i quali abbiamo parlato, ci hanno riempito di storie tremende, tutte, o quasi, con lo stesso copione dove la violenza è il soggetto principale. Potremmo scriverle una per una e forse un giorno lo faremo, quando sarà il momento. Ma a noi piace raccontarvi di come questa isola dimostri la sua solidarietà alle persone approdate in questi ultimi giorni, della bellissima lettera che il capitano del Lampedusa Calcio ha scritto al Presidente della Repubblica, della partita di calcetto tra giovani isolani e africani. Di questo vogliamo parlarvi, vogliamo dirvi che mentre scriviamo queste righe siamo qui con Assad che ci fa vedere il video della sua canzone “Peace Party” (
https://www.youtube.com/watch?v=YFOeFtUgtlM) e ne ha appena scritta un’altra che racconta del suo viaggio fino all’Italia e ringrazia i lampedusani che gli sorridono e gli fanno ciao (
https://www.youtube.com/watch?v=5lVOk3GWF60&feature=youtu.be). Di questo ed altro ancora vorremmo parlarvi, dicendo che Lampedusa, dove le contraddizioni non mancano, ha un cuore che batte anche durante il freddo inverno. E proprio in questi giorni si è svolto un vertice tra Renzi e Hollande che avrebbero chiesto all’Europa il rafforzamento di Triton, vedremo se questo permetterà davvero un maggior supporto per il salvataggio delle vite in mare, di certo questa operazione non ridurrà le morti come già non riusciva a fare Mare Nostrum. Ci piacerebbe che un giorno ci fossero corridoi umanitari che ci passassero sopra la testa. Ci piacerebbe. Intanto noi vi invitiamo a venire a Lampedusa se potete, almeno una volta nella vita venite a viverla se avete qualche soldo da parte. No, non troverete l’Isis che sbarca, o l’ebola, come scrivono i giornalisti scellerati, ma uno stupendo mare e stupende spiagge. Soprattutto troverete qui un’umanità che purtroppo si è persa nel resto di un’Europa spaventata dai suoi stessi fantasmi e troverete anche bellissimi cani che insegnano agli esseri umani il senso della vita e della libertà.