Roma, 21 settembre 2016 – Lo scorso sabato 17 settembre, con un intervento di trapianto della cornea presso il “Bekaa Hospital” di Taanajel in Libano, è di fatto entrato nel vivo il progetto di assistenza sanitaria “Medical Hope”, finanziato da varie donazioni e realizzato nel quadro di Mediterranean Hope – Programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).
“In Libano, visitando i più vulnerabili nei campi profughi, offrendo assistenza sanitaria e consulenza medica, ci siamo resi conto che molti non erano in grado di affrontare le fatiche nemmeno di un corridoio umanitario, che pur proponiamo con il nostro progetto-pilota in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio. Da qui l’urgenza di poter intervenire con mezzi adeguati anche in loco”, spiega il medico Luciano Griso che collabora con Mediterranean Hope.
In Libano, dove gli stranieri non hanno accesso al sistema sanitario pubblico, grazie all’aiuto di “Medical Hope” diversi profughi bisognosi di cure, ma sprovvisti di ogni cosa, stanno ricevendo terapie adeguate. E’ il caso di Rahma, 12 anni, profuga siriana affetta di un tracoma che le impedisce di vedere. Scappata in Libano nel 2014 con la sua famiglia, finalmente sabato scorso è stata sottoposta all’intervento che le dovrebbe restituire la vista. In caso positivo anche il fratello Ahmad di 9 anni sarà operato per la stessa patologia. I due vivono con i genitori e altri cinque fratellini in una sistemazione di fortuna nella Valle della Bekaa. “Certo, – aggiunge Griso, che si dice ottimista sull’esito del trapianto di cornea – il nostro intervento è purtroppo limitato dall’attuale budget che speriamo, con donazioni e offerte, possa aumentare permettendoci così di poter rispondere alle molte richieste che ci giungono”.
La rubrica televisiva “Protestantesimo-Raidue”, in onda domenica 25 settembre all’una circa, dopo il TG2 della notte, nella prossima puntata dedicherà un servizio proprio a “Medical Hope” e alla sua azione in Libano.