E’ il quarto gruppo dall’inizio dell’anno e con quello in arrivo domani saranno 400 i profughi, in larga maggioranza siriani, arrivati in sicurezza e legalmente in Italia
Il ministro Paolo Gentiloni: “Una grande lezione! Continuiamo su questo sentiero, ma serve la condivisione di tutta l’Europa. Ne va della nostra civiltà”
Luca Maria Negro: “è nata a Torino la prima ‘figlia dei corridoi umanitari’, Shamsa – in arabo ‘raggio di sole’”
Roma (NEV/CS74), 24 ottobre 2016 – Alle 7 in punto di questa mattina a Fiumicino hanno toccato terra i 72 profughi siriani, grandi e piccoli, cristiani e musulmani, che stanotte si erano imbarcati con un regolare volo di linea da Beirut. Dall’inizio dell’anno è il quarto gruppo che giunge in modo legale e sicuro nel nostro paese, e domani dal Libano ne arriveranno altri 56. In tutto 45 minori, 14 donne sole, 18 nuclei famigliari e 19 singoli. Saliranno così a 400 le persone, a maggioranza siriane, giunte in Italia grazie ai “corridoi umanitari” promossi ecumenicamente da Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio.
Ad accoglierli oggi a Fiumicino non solo i rappresentanti delle tre realtà cristiane – pastore Luca Maria Negro, presidente FCEI; Christiane Groeben, vice presidente FCEI; Susanna Pietra, responsabile dell’Ufficio Otto per mille valdese; e per Sant’Egidio il suo fondatore Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo e la responsabile migrazioni Daniela Pompei – ma anche il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, e il sottosegretario del Viminale, Filippo Bubbico, che hanno dato un caloroso benvenuto ai profughi arrivati in tutta sicurezza nel nostro paese con in tasca un visto per motivi umanitari rilasciato dall’Ambasciata di Beirut.
Sottolineando come quello dei corridoi umanitari sia un “modello di civiltà, che permette a persone in fuga da guerra e persecuzione di arrivare in Italia in dignità e nel rispetto dei diritti umani”, il ministro Paolo Gentiloni, lanciando un monito all’Europa, ha ricordato che non basta che lo faccia solo l’Italia: “Quella dei corridoi umanitari è una grande lezione, che ci insegna che c’è un modo diverso di gestire l’immigrazione. Ne va della nostra civiltà – ha detto il ministro –. Noi continueremo a lavorare sul fronte dell’accoglienza e del soccorso in mare. Ma questo lavoro deve essere sostenuto e condiviso da tutta Europa”. Il sottosegretario Filippo Bubbico, per parte sua, ha sottolineato l’impegno delle istituzioni, delle forze dell’ordine, degli enti locali, nonché delle tante famiglie italiane che ospitano ed accompagnano nella loro integrazione le famiglie siriane.
Sottolineando l’aspetto ecumenico del progetto, Luca Maria Negro e Andrea Riccardi hanno ricordato lo spietato racket dei trafficanti di uomini: grazie ai corridoi umanitari è possibile sottrarre vite umane ai “padroni dei barconi”. E intanto, il presidente Negro ha annunciato la nascita venerdì scorso della prima “figlia dei corridoi umanitari”, Shamsa – in arabo “raggio di sole” – nata a Torino da una coppia di profughi siriani arrivati a giugno da Beirut. Il forte valore simbolico dell’iniziativa è stato evidenziato da Susanna Pietra: “Con questo progetto diciamo che un’altra politica è possibile! Anche se entro domani saranno arrivati ‘solo’ 400 persone, il nostro vuole essere un modo per scuotere le coscienze! Intanto abbiamo trasformato un nostro sogno in realtà, e ne siamo orgogliosi”.
CORRIDOI UMANITARI: COSA SONO? COME FUNZIONANO? COME CI COINVOLGONO?
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