«L’anima dell’Europa muore nel Mediterraneo», di fronte alle vittime «che siamo costretti a contare: uomini, donne e bambini inghiottiti dal mare e da politiche migratorie incapaci di comprendere quello che sta accadendo in Nord Africa e Medio oriente». È quanto ha dichiarato il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), Luca Maria Negro, dopo l’ennesima tragedia nel canale di Sicilia.
«Di fronte a questa strage che dura da anni, l’Europa si chiude a riccio — prosegue Negro — negando vie sicure di accesso e protezione a profughi e richiedenti asilo, e tradendo la sua tradizione in materia di diritti umani. E ogni volta sentiamo frasi di circostanza che appaiono ipocrite. Lo diciamo con tristezza perché proprio in questi giorni, grazie ai corridoi umanitari che la Fcei sta realizzando insieme alla comunità di Sant’Egidio e alla Tavola valdese, sulla base di un protocollo con i ministeri dell’Interno e degli Affari esteri, stiamo dimostrando che un’altra strada è possibile».
Il presidente della federazione ricorda inoltre che, «come evangelici, insieme ai cattolici con i quali collaboriamo ogni giorno per promuovere accoglienza e integrazione, rinnoviamo l’appello alle Chiese e alle istituzioni europee perché valutino l’esperienza italiana dei corridoi umanitari e l’adottino come buona pratica a difesa di fondamentali principi di umanità e di tutela del prossimo che bussa alla nostra porta».