Un anno di ponti aerei Beirut-Roma. Un sogno diventato realtà

Agenzia Nev

Roma, 27 febbraio 2017 (NEV/CS08) – “Quando un anno fa in questo aeroporto abbiamo accolto il primo gruppo di profughi giunti dal Libano ci sembrava di sognare”. Nel corso del briefing per la stampa, svoltosi a Fiumicino, ha esordito così, il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dando il benvenuto ai profughi siriani arrivati questa mattina da Beirut. Profughi scesi non dai barconi della morte, bensì dalle scalette di un aereo. “Un sogno che abbiamo perseguito con tenacia, e che oggi ci vede celebrare il primo anno di arrivi con i corridoi umanitari: entro giovedì raggiungeremo la cifra di quasi 700 persone”.

Questa mattina, nella hall predisposta per la conferenza stampa, dove sono intervenuti gli enti promotori del progetto ecumenico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Susanna Pietra, responsabile dell’ufficio Otto per mille della Tavola valdese; Daniela Pompei, Comunità di Sant’Egidio; e in rappresentanza delle istituzioni Mario Giro, viceministro degli Esteri, e Domenico Manzione, sottosegretario all’Interno.

Tutti a celebrare, insieme ai numerosi giornalisti accorsi per l’occasione, il primo anno del “progetto di pace”, come lo ha definito Riccardi, mentre Manzione ne hanno evidenziato il potenziale: “un esempio per altri paesi europei”. “Un modello intelligente, umano e creativo, tutto italiano, di solidarietà e accoglienza – ha detto Giro, che ha aggiunto – viviamo in un momento in cui dilaga l’odio, che non fa altro che rendere tutti più insicuri. Invece qui siamo di fronte a un buon successo per entrambe le parti, sia per chi viene, sia per chi accoglie”.

Non solo corridoi umanitari, e quindi passaggi sicuri e legali verso l’Europa, ma anche un anno di buone pratiche, a cominciare della cosiddetta “accoglienza diffusa”, alla base del progetto ecumenico: i profughi sono stati accolti da famiglie, strutture, parrocchie, comunità e singoli in ben 68 comuni di 17 regioni. Con questi arrivi si aggiunge ora anche la Sardegna e la Calabria. “Dall’inizio del progetto abbiamo incontrato un grande slancio di ‘voglia di solidarietà’”, ha detto Pompei, ricordando come oggi molti sono avviati al lavoro, altri studiano all’università, e che tutti i bambini vanno a scuola.
Presente alla conferenza stampa anche Maurizio Zavaglia, assessore alle politiche sociali di Gioiosa Ionica (RC), che ha spiegato come il suo, e il comune di Riace, conosciuti per l’impegno sul fronte delle politiche di inclusione dei migranti, abbiano deciso di accogliere tre delle famiglie arrivate oggi. Pertanto, si allarga anche agli enti locali la rete di solidarietà a favore dei profughi giunti dal Libano con i corridoi umanitari, una sinergia virtuosa già sperimentata in materia tra istituzioni e società civile.
Susanna Pietra, tuttavia, ha ricordato che non bisogna mai abbassare la guardia, che anche la volontà di esercitare il proprio diritto alla solidarietà va sempre riconquistato: “Mentre noi festeggiamo un anno di attività concreta, nel mondo sono nati muri e barriere, fisiche e giuridiche, per impedire a chi ha bisogno, di godere del diritto ad essere protetto ed accolto”. Augurandosi una società “più affettuosa, che ci aiuti a rinnovare il cuore e lo spirito”, ai profughi ha detto: “Non conoscete il paese in cui siete venuti, e noi non conosciamo voi, ma insieme ce la possiamo fare. Buon inizio di nuova vita!”

Giovedì 2 marzo sono attese altre 75 persone, che si aggiungeranno a quelle giunte in Italia in sicurezza grazie ai corridoi umanitari. Saranno accolti per la maggior parte nelle strutture della Diaconia valdese.

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