I corridoi umanitari fanno quota mille

RomaSette

I migranti arrivati in Italia legalmente e in tutta sicurezza, dal febbraio 2016, in accordo con i ministeri degli Esteri e dell’Interno raggiungono quota mille. Venerdì 27 ottobre infatti sono sbarcati a Fiumicino oltre 120 profughi siriani provenienti dal Libano: famiglie, per lo più, con molti minori. «Queste persone – ha detto accogliendoli il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo – non sono a carico dello Stato ma delle famiglie che volontariamente hanno deciso di accoglierle e che sono rimaste colpite dalla loro situazione». A renderlo possibile, i corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione Chiese evangeliche in Italia e Tavola valdese. Questo protocollo, ha spiegato ancora Impagliazzo, «ha unito gli italiani sul tema dell’accoglienza, coinvolgendo anche chi aveva dubbi sul tema della sicurezza». Per il presidente di Sant’Egidio è «un segnale molto positivo per il futuro dell’Italia. Queste famiglie arrivate oggi avranno la possibilità di integrarsi completamente nel nostro Paese: se i genitori verranno iscritti ai corsi di lingua, i loro figli andranno a scuola e avranno modo di ricevere un’istruzione».

Impagliazzo ha reso noto che è in via di definizione un secondo protocollo con il ministero degli Esteri che mira a replicare questa iniziativa per altri mille profughi: «Oggi – le sue parole – si conclude la prima fase di questo progetto che però non si ferma qui, perché le nostre porte non si chiudono ma restano aperte anche per altre famiglie che vorranno venire in Italia attraverso i corridoi umanitari». Parole confermate anche dal vice ministro degli Esteri Mario Giro, anche lui a Fiumicino per l’accoglienza dei migranti. «Il messaggio che lanciamo oggi agli italiani preoccupati dagli immigrati è che un’accoglienza sicura è possibile – ha detto -: bisogna essere più uniti, lasciando da parte paure e pregiudizi. In quest’ottica, il sistema dei corridoi umanitari è fondamentale per far sì che attorno al Mar Mediterraneo ci sia un impegno costante per l’accoglienza». Lo hanno dimostrato i due anni di questo primo protocollo d’intesa, che hanno permesso l’arrivo in Italia di mille profughi in situazioni di vulnerabilità, evitando loro pericolosi viaggi via mare attraverso il Mediterraneo e contrastando il business degli scafisti e dei trafficanti di uomini. «Ministero dell’Interno e ministero degli Esteri rinnoveranno i corridoi umanitari, poiché sono stati un vero successo di accoglienza e integrazione – ha annunciato Giro -. È stato aperto il protocollo per un altro canale umanitario che coinvolgerà il corno d’Africa. È importante che l’Italia sia in prima linea per favorire l’accoglienza di chi proviene dai Paesi martoriati dalla guerra». E le istituzioni «devono fare la loro parte per aiutare le associazioni e le comunità a lavorare per l’accoglienza dei profughi».

Ha parlato di «una bella storia italiana» anche Paolo Naso, coordinatore del Programma rifugiati e migranti “Mediterranean Hope” della Federazione Chiese evangeliche in Italia (Fcei). «Quando due anni e mezzo fa abbiamo fatto questo sogno con gli amici di Sant’Egidio e della Tavola Valdese, nessuno credeva che si sarebbe realizzato – ha ricordato Naso -. Invece, grazie all’azione degli operatori e di consolati, e con l’aiuto delle forze di sicurezza, questo progetto oggi arriva a una conclusione importante». Anche il presidente della Commissione europea Juncker, ha osservato il coordinatore di “Mediterranean Hope”, «ha parlato pochi giorni fa di nuovi corridoi umanitari per 40mila persone in Europa, ecco perché l’auspicio è che questo progetto continui e che possano arrivare altri mille profughi». In Italia, secondo Naso, «c’è la necessità di parlare di più di iniziative come questa, che dimostrano il lato più umano dell’accoglienza».

MH
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