Corridoi umanitari, il modello italiano che piace all’Europa

Redazione Buone Notizie – Corriere della sera

L’iniziativa – promossa dal governo italiano, dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e dalla Tavola Valdese – permetterà di accogliere fino a mille richiedenti asilo in due anni. E ora viene replicata anche in Francia e Belgio


Cosa sono i corridoi umanitari?
I corridoi umanitari sono un progetto pilota frutto di un accordo tra la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e quello dell’Interno. Si tratta di una formula per aiutare le popolazioni in fuga da situazioni di carestia o guerra evitando che questi finiscano lungo le rotte della migrazione illegale vittime degli sfruttatori e della tratta di esseri umani. Costituiscono una via legale per l’ingresso di persone richiedenti asilo

A chi si rivolgono?
Le persone beneficiarie sono quelle in «condizioni di vulnerabilità». Oltre a vittime di persecuzioni, torture e violenze, infatti gli operatori delle associazioni si prendono carico di famiglie con bambini, anziani, malati e persone con disabilità

Gli obiettivi
I principali obiettivi del progetto sono: evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti, tra cui molti bambini; impedire lo sfruttamento della disperazione da parte dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre,Come funzionano
I volontari e gli esperti inviati dalle società aderenti prendono contatto con le associazioni (Ong locali, associazioni, organismi internazionali, Chiese e organismi ecumenici ecc.) che operano nei paesi interessati dal progetto. Viene redatta una lista di potenziali beneficiari che viene trasmessa alle autorità consolari e al Ministero dell’Interno. Per chi ha i requisiti viene rilasciato un visto umanitario, con validità territoriale, ovvero valido solo in Italia o nel paese aderente all’iniziativa. Pochi giorni prima di Natale alcuni profughi sono giunti anche in Belgio. Solamente giunti in Italia potranno iniziare le procedure per la domanda di asilo

Durata
Il programma prevede l’ingresso nell’arco di 24 mesi di oltre 1.000 persone provenienti dal Libano (profughi siriani) e dal Marocco (migranti provenienti da Paesi dell’Africa sub-sahariana in fuga da situazioni di rischio per conflitti, terrorismo, instabilità politica, povertà, carestie, siccità).

I paesi coinvolti
I Paesi coinvolti nel progetto sono, nella prima fase, il Libano (circa 600 profughi) e il Marocco (150), nella seconda l’Etiopia (250). Si sta lavorando per ampliare il progetto anche alla Libia

Chi paga?
L’iniziativa è totalmente autofinanziata dalle organizzazioni che lo hanno promosso, grazie all’otto per mille della Chiesa Valdese, da donazioni private e dalla Comunità di Sant’Egidio attraverso il 5×1000. Non pesa quindi in alcun modo sullo Stato.

L’Europa prende appunti
Il modello italiano è stato ripreso prima dalla Francia e poi dal Belgio che si è detto disponibile ad accogliere 150 profughi siriani dal Libano e dalla Turchia.

MH
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