Lampedusa. Mediterranean Hope esprime profonda preoccupazione per l’attuale situazione nell’hotspot

Mediterranean Hope esprime profonda preoccupazione per i recenti fatti verificatisi all’interno dell’hotspot di Lampedusa, dove sono attualmente ospitate circa 200 persone tra cui oltre 60 richiedenti asilo. Le criticità insite nel sistema hotspot, in gran parte dovute all’ambiguità della sua funzione, rischiano di provocare gravi violazioni dei diritti delle persone costrette spesso ad una lunga permanenza sull’isola.

Le condizioni dell’accoglienza all’interno della struttura di contrada Imbriacole risultano tanto più inaccettabili quanto più è alto lo stato di vulnerabilità delle persone ospitate al suo interno. Il suicidio del giovane Alì, nel gennaio scorso e il presunto coinvolgimento di una bimba nei disordini seguiti allo scoppio di un incendio all’interno del centro la notte dell’otto marzo scorso, dovrebbero aver chiaramente dimostrato l’assoluta incompatibilità di tale sistema con la tutela dei diritti fondamentali delle persone.

Occorre, pertanto, fare massima chiarezza con estrema urgenza su quanto recentemente accaduto e in accoglimento delle criticità sollevate dal Garante per i diritti dei detenuti ripensare un modello di accoglienza che ponga al centro la dignità delle persone migranti e il rispetto delle comunità che accolgono.

Cogliamo, infine, l’occasione per chiedere una nuova missione ispettiva sull’isola del Garante per i diritti dei detenuti e proponiamo la stabile apertura della struttura di contrada Imbriacole a osservatori e mediatori culturali espressione della società civile.

MH
MH
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