Per restare umani, Paolo Naso al Culto Evangelico su Rai Radio 1

Riportiamo il testo della rubrica a cura di Paolo Naso (Coordinatore di Mediterranean Hope), da “Culto evangelico”, trasmissione di Rai Radio 1, puntata di domenica 7 ottobre 2018.

“Lampedusa, 3 ottobre 2013, ora cinque del mattino. Alcuni pescatori ormeggiati presso la cala della Tabaccaro sentono che qualcosa non va: c’è puzza di bruciato, i gabbiani garriscono con suoni innaturali, nell’aria c’è un’anomala agitazione.

I pescatori decidono di accendere i motori  e vanno verso il largo, fino a quando non vedono una luce in lontananza: “fuocoammare”, come nel titolo di un film di Gianfranco Rosi  che racconta questa storia.

Si avvicinano e vedono centinaia di naufraghi disperati, corpi esanimi e cadaveri galleggianti. Nessuno di loro, ancora oggi dopo 5 anni, riesce a raccontare quella scena senza commuoversi.

Ma hanno trovato la forza di farlo, proprio il 3 ottobre scorso, in una cerimonia ecumenica in cui protestanti e cattolici – insieme – hanno voluto ricordare quella tragedia che sembrava avere smosso le coscienze.

“Mai più morti in mare” si disse e si dichiarò con solennità.

Però i migranti continuavano a morire e, dal 2013, la loro cifra è arrivata a 17.000. In questi mesi, a fronte di sbarchi drasticamente diminuiti, nuore in mare un migrante su cinque.

Fare memoria del 3 ottobre significa fare i conti con questi dati e interrogarsi sulla serietà delle promesse e degli impegni di cinque anni fa.  Ma anche sul cambiamento mentale per cui gli eroi di ieri che salvavano – militari o civili che fossero – oggi diventano pericolosi complici del traffico di esseri umani. Che cosa è successo in cinque anni? Che cosa è cambiato? Perché, dalle medaglie al valore siamo passati alle denunce e alla criminalizzazione?

Il 3 ottobre a Lampedusa, ci siamo posti queste domande mentre ascoltavamo  le testimonianze dei soccorritori e dei soccorsi, ormai uniti da un patto di fraternità che durerà per la vita.

Insieme, cattolici e protestanti, credenti e non credenti o diversamente credenti abbiamo riflettuto e pregato, pianto e confortato chi ci stava vicino. Abbiamo fatto memoria. Ma la memoria non deve essere solo rivolta al passato; deve guardare al futuro e misurarsi con le sfide che abbiamo di fronte. Deve essere creativa. E per questo, pensando al 3 ottobre del 2013, oggi chiediamo più soccorso in mare, più corridoi umanitari, più accoglienza. Lo dobbiamo ai disperati che scappano dall’’inferno delle guerre. Lo dobbiamo anche alla nostra coscienza di uomini e donne che non hanno perso la propria umanità.”

Audio completo del culto (rubrica al minuto 19.00)

MH
MH
X