SPUC2020, a Lampedusa nel segno dell’accoglienza

Roma (NEV), 17 gennaio 2020 – La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani a Lampedusa nel segno dell’accoglienza.

Si svolgerà sull’isola siciliana venerdì prossimo, 24 gennaio, alle 18, un momento ecumenico di preghiera, presso la parrocchia di San Gerlando. Interverrà per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia Marta Bernardini, valdese, operatrice di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, che ha lavorato per alcuni anni sull’isola.

“Per la terza volta – dichiara Marta Bernardini – organizziamo un evento ecumenico a Lampedusa per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc). Ogni anno cerchiamo di proporre non solo un momento di preghiera e riflessione ma anche un’occasione per coinvolgere le persone. Nel 2019, ad esempio, distribuimmo dei foglietti con delle frasi a partire dal tema scelto, che era “Cercate di essere veramente giusti”, bigliettini che a loro volta i partecipanti alla preghiera dovevano poi lasciare o indirizzare a qualcuno”.

Quest’anno il tema, “Ci trattarono con gentilezza”, è stato scelto dalle Chiese di Malta, ed è  tratto da un passo degli atti dell’apostolo Paolo, in cui si narra come egli venne accolto dai maltesi.

“Propongono il naufragio di Paolo nei capitoli 27 e 28 del libro degli Atti – spiega la pastora valdese Maria Bonafede su Riforma.it oggi – , della nave su cui l’apostolo Paolo è uno dei prigionieri che i centurioni romani devono portare a Roma, in quelle stesse acque dei naufragi di questi anni. Un naufragio di 276 persone che comprendono i marinai che fanno gli scafisti, e sono pronti a scappare dall’imbarcazione pur di salvarsi, votando a morte tutti gli altri; i prigionieri, tra cui Paolo, che dovevano essere processati a Roma; i soldati, centurioni romani, che pensano di uccidere tutti i prigionieri pur di non farli scappare, tranne uno di loro che ha preso l’apostolo sotto la sua protezione e che, pur di salvare Paolo, evita la strage degli altri e spinge tutti a gettarsi dalla nave che nel frattempo si è incagliata in una secca: prima quelli che sanno nuotare, poi gli altri che si aggrappano sui rottami della nave. «E così avvenne che tutti giunsero salvi a terra» (27, 44). L’autore del testo biblico registra che erano 276 su quella nave, un numero di persone davvero grande, un numero simile a quelli di questi anni, sulle stesse coste, sugli stessi scogli”.

Dunque le migrazioni al centro della riflessione ecumenica del 2020, un filo rosso che connette Malta all’altra isola approdo di tante persone, entrambe quotidianamente coinvolte nell’accoglienza di chi è costretto a prendere la via del mare per fuggire dalla Libia o da altri Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo.

“Per noi è molto significativo – spiega Marta Bernardini – organizzare e promuovere questo appuntamento ecumenico a Lampedusa, un luogo che è proprio l’emblema dell’accoglienza delle persone migranti e purtroppo anche dei naufragi di tante, troppe donne, bambini, uomini morti nel Mediterraneo. E’ anche un modo per testimoniare la nostra presenza sull’isola, dove siamo impegnati dal 2014 con l’osservatorio sulle migrazioni e dove cerchiamo, ogni giorno, di mettere in pratica quella “gentilezza” con chi sbarca sull’isola. Un momento importante, insieme all’anniversario del 3 ottobre, del lavoro ecumenico che realizziamo a Lampedusa con don Carmelo La Magra“.

Domani, sabato 18, a Cagliari, per l’apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ci sarà un altro incontro con Marta Bernardini, dal titolo “Viaggio, approdo e ospitalità: pratiche ecumeniche”.

 

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