Roma (NEV), 29 settembre 2022 – Il 3 ottobre da nove anni a Lampedusa si ricordano le vittime del naufragio del 2013 in cui morirono 368 persone.
La Federazione delle chiese evangeliche in Italia, grazie al suo programma migranti e rifugiati, Mediterranean Hope, presente sull’isola con un osservatorio permanente dal 2014, proporrà una commemorazione interreligiosa organizzata con la Parrocchia di San Gerlando Lampedusa, Arcidiocesi di Agrigento, l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo
interreligioso, con la partecipazione della Chiesa Anglicana d’Inghilterra e dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia. Il momento in memoria delle persone morte nel 2013 – e di tutte quelle scomparse nel Mediterraneo – si svolgerà il 3 ottobre alle 18 presso il santuario della Madonna di Porto Salvo (o presso la parrocchia di San Gerlando in caso di maltempo) e si intitolerà “…E se mi accoglieste” (Matteo 25).
Per il Consiglio della FCEI saranno presenti sull’isola Peter Ciaccio e Libero Ciuffreda.
“Accogliamo perché nella società che sogniamo tutte e tutti devono sentirsi a casa – dichiara il pastore metodista Peter Ciaccio -, oppure, secondo altri, perché la nostra economia ha bisogno di migranti come forza-lavoro. In realtà, noi accogliamo perché non scegliamo il nostro prossimo e non sappiamo chi è veramente: potrebbe essere Dio, come dice Gesù in Matteo 25”.
“Il 3 ottobre a Lampedusa non è una ricorrenza – aggiunge Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia -, non è per noi un anniversario, è un modo per ricordare collettivamente che la lotta continua. Deve continuare per le persone che sono morte e scomparse in mare, che continuano a morire in varie frontiere del mondo, nel Mediterraneo, in Libia, in Tunisia, in Iran, in Siria, per ragioni diverse e complesse. Ma anche per i vivi: per chi ancora è costretto a imbarcarsi per arrivare in Europa, a chi non ha il passaporto giusto per provare a cercare una vita migliore. Noi crediamo che l’accoglienza non abbia colore, non abbia nazionalità, né genere: dobbiamo accogliere tutte e tutti. In primis, gli ultimi e le ultime, chi è più vulnerabile, senza negare il diritto a ognuno e ognuna di autodeterminarsi. Questo è il messaggio del Vangelo ma è anche una scelta di giustizia laica, il significato più alto della solidarietà, nella quale crediamo”.
Alla commemorazione prenderanno parte e parola anche don Carmelo Rizzo, parroco di Lampedusa, don Giuseppe Cumbo, Vicario Generale di Agrigento, l’Imam Kheit Abdelhafid, Vicepresidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia, il pastore James Hadley, Vito Fiorino, suor Ines.
Per approfondire, sul tema delle migrazioni e dei morti nel Mediterraneo: Dati Ismu