Ucraina, l’impegno della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

foto CESVI @Spucches

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La Federazione delle chiese evangeliche in Italia collabora con l’ONG italiana CESVI. Uno sguardo sulle attività avviate, a pochi giorni dal primo anniversario della guerra.

Roma (NEV), 20 febbraio 2023 – La partecipazione alla ripartenza di sei scuole materne e un progetto di heating point sono le due attività finanziate dalla Federazione delle chiese evangeliche italiane in Ucraina, grazie alla collaborazione con Fondazione CESVI. Entrambi gli interventi sono stati realizzati a Bucha, città gemellata con il Comune di Bergamo che sta, sempre grazie a Fondazione CESVI, partecipando attivamente alla ricostruzione della cittadina a nord ovest di Kiev.

I frequenti blackout, uniti all’aumento dei costi per le forniture di gas ed energia elettrica, in aggiunta alle condizioni degli edifici danneggiati dai bombardamenti, espongono migliaia di persone alle condizioni estreme dell’inverno.

CESVI ha dunque allestito, grazie al contributo della FCEI con l’Otto per mille valdese e al Comune di Bergamo, 11 heating point, strutture riscaldate dove la popolazione civile può rifugiarsi durante il giorno per riscaldarsi, connettersi a internet, ricevere cibo e bevande calde. All’interno degli heating point vengono forniti anche beni di prima necessità: latte, barrette energetiche, omogenizzati per i bambini sotto i 3 anni, biscotti, zucchero, thè e caffè.

Si tratta dunque di unità mobili allestite in collaborazione con l’amministrazione locale in particolare in alcune zone in prossimità delle scuole per potere usufruire dei servizi igienici e shelter di protezione in caso di attacchi missilistici. Hanno una superficie di almeno 17mq e possono essere usati da più di 20mila persone che potranno rifugiarsi duranti le ore di assenza di elettricità e ricevere cibo e bevande calde. Saranno attrezzate con sistemi di riscaldamento alternabile tra elettricità, legna e gas a seconda della disponibilità.

Inoltre, con la fornitura di lenzuoli e materassi il progetto ha previsto anche il riallestimento e ripristino delle aree di riposo degli asili della città, frequentati da circa 500 bambini/e, che sono stati occupati durante l’invasione dell’area e utilizzate come base di appoggio dai militari russi, e necessitavano pertanto di un ricambio di tutti materiali, dai letti alle lenzuola passando per il materiale didattico. Anche in questo progetto, la FCEI ha contribuito economicamente a sostenere l’attività di CESVI.

Intanto, il 24 febbraio sarà passato un anno dall’inizio della guerra. Secondo le ultime stime dell’ufficio dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, sarebbero oltre 7000 le vittime tra i civili ucraini. Quasi otto milioni le persone fuggite dal Paese.

“Siamo vicini alla popolazione ucraina – dichiara Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – Non dimentichiamo le sofferenze subite e tutte le difficoltà di chi ha dovuto lasciare il proprio Paese. E di chi sta cercando di ricostruirlo e dovrà continuare a farlo. Per questo, siamo lieti di collaborare con una ONG come CESVI, presente in quel territorio, per dare un nostro contributo e aiutare concretamente le persone. Continueremo a stare al fianco di donne, uomini, bambini, in Ucraina così come in ogni altra situazione di guerra, crisi, povertà”.

“Alla paura delle bombe si aggiunge un altro pericolo: il freddo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che fino a tre milioni di persone potrebbero lasciare le proprie case in cerca di luoghi più caldi e sicuri. Grazie al sostegno della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, contiamo di raggiungere circa 20mila persone, soprattutto donne, bambini e anziani – dichiara Roberto Vignola, vice direttore generale di Fondazione CESVI – Il nostro team di emergenza è attivo nel distretto di Bucha con una base operativa, da maggio 2022, per la promozione di attività e iniziative rivolte soprattutto alla fascia più vulnerabile. La ripartenza degli asili vuole essere il simbolo della speranza che si possa tornare alla normalità anche in pieno conflitto e che ogni bambino, grazie a questo gesto, possa ritrovare la sua quotidianità fatti di compagni, insegnanti, sogni e progetti di crescita”.

 

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