Roma (NEV/CS06), 25 marzo 2022 – Mentre è in corso il dramma della guerra in Ucraina, continuano i corridoi umanitari per salvare i profughi vittime di un altro conflitto che dura da oltre 11 anni, quello in Siria. Una via di salvezza che appare ancora più importante in questo momento di fronte all’attuale, grave, crisi internazionale. Sono atterrati questa mattina a Fiumicino, con un volo proveniente da Beirut, 85 rifugiati siriani, che hanno vissuto lunghi anni nei campi profughi della Valle della Bekaa e del nord Libano e che negli ultimi mesi hanno sofferto un peggioramento delle loro condizioni di vita non solo a causa della pandemia, ma anche della gravissima crisi politica, economica e sociale che sta attraversando questo Paese.
A questo primo gruppo si aggiungeranno altre 20 persone, il cui arrivo è previsto il prossimo 28 marzo, per un totale di 105 persone. Tra di loro 38 sono minori: alcuni bambini malati per i quali in Libano le cure non erano più garantite e giovani che in questi anni non hanno mai potuto frequentare la scuola. Prima della partenza tutti i profughi hanno ricevuto il vaccino anti-Covid 19 grazie al personale medico e infermiere della Difesa, che opera nel Paese sotto il coordinamento del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI). Il loro ingresso in Italia è stato reso possibile attraverso i corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo coi Ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato in salvo nel nostro Paese oltre 2150 persone. Complessivamente in Europa con i corridoi umanitari sono giunti più di 4.400 richiedenti asilo.
I nuclei familiari giunti questa mattina saranno accolti anche da associazioni, da parrocchie, comunità e singoli cittadini in varie regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana, Lazio, Sicilia) e verranno avviati in un percorso di integrazione: per i minori attraverso l’immediata iscrizione a scuola e per gli adulti, subito con l’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, l’inserimento nel mondo lavorativo. I corridoi umanitari, interamente autofinanziati (dalla raccolta fondi di Sant’Egidio e dall’8 per mille della Tavola valdese) e realizzati grazie a una rete di accoglienza diffusa, rappresentano una best practice per tutti coloro costretti a lasciare la loro casa per fuggire dall’orrore delle guerre, che coniuga solidarietà e sicurezza.
Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, ha dichiarato: “Nuove emergenze e l’apertura di nuovi fronti non fanno venir meno le conseguenze di altri drammi e non attenuano la necessità di sostenere chi cerca altrove nuove possibilità di vita o addirittura di sopravvivenza. Questo il senso dell’arrivo di profughi dalla Siria, attraverso il corridoio umanitario sempre attivo dal Libano”.25