Mediterranean Hope al Festival della fotografia etica di Lodi

Bihac, vista dal confine

Le attività del programma migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia a Bihac, in Bosnia sono uno dei dieci progetti selezionati per il Festival della Fotografia Etica di Lodi, grazie al fotografo Giulio Tonincelli, che ha focalizzato la sua attenzione e il suo obiettivo sul “limbo” in cui vivono i migranti che attraversano questi territori.

Roma (NEV), 17 luglio 2023 – Mediterranean Hope (MH), programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, è tra i dieci progetti selezionati per il Festival della Fotografia Etica di Lodi, grazie ed insieme al fotografo Giulio Tonincelli, che ha focalizzato la sua attenzione e il suo obiettivo sulle attività di MH a Bihac, in Bosnia.

“Sono molto felice – dichiara – che la collaborazione nata con la FCEI abbia portato ad un risultato prestigioso al Festival della Fotografia Etica. Spero quindi che questa sintonia possa continuare in futuro con la possibilità di realizzare altro insieme. Il progetto nasce nel dicembre 2022, visto il periodo invernale ed il modificarsi delle rotte migratorie in continuo cambiamento abbiamo iniziato, con i ragazzi di Mediterranean Hope in Bosnia, a riflettere sui vuoti, sulle sospensioni che queste rotte, insieme ai loro protagonisti viaggiatori, intrecciano col territorio. Le case abbandonate durante la guerra che ritrovano in modo discontinuo un senso di accoglienza grazie al passaggio illegale delle persone creano un non luogo. Abbiamo dunque cercato di spostare il solito punto di vista ed anziché raccontare i migranti in prima persona abbiamo deciso di soffermarci sui silenzi, sull’incertezza e sull’eco che il passaggio di queste persone lasciano alle loro spalle. L’intento era far percepire alcune sfumature che spesso sono poste in secondo piano nella narrazione classica delle migrazioni, l’interazione delle persone col territorio e porre luce su alcune fessure ancora in ombra, sia del passato sia del presente del paese”.

Il prossimo 4 settembre verranno proclamati i vincitori che saranno esposti a Lodi dal 30 settembre al 29 ottobre.

“Fin dalla sua prima edizione nel 2010, il Festival della Fotografia Etica di Lodi dedica particolare attenzione all’utilizzo della fotografia da parte di organizzazioni no-profit che si occupano di tematiche sensibili dal punto di vista etico. Storie che si intrecciano con naturalezza al percorso narrativo del festival il cui scopo è anche quello di diffondere la conoscenza sulle tematiche della cooperazione internazionale, della sostenibilità e dello sviluppo globale nella società civile”, spiegano i promotori.
“Anche quest’anno – aggiungono gli organizzatori – sono state molte le candidature arrivate da tutto il mondo, tra le quali la Direzione Artistica del Festival composta da Alberto Prina, Aldo Mendichi e Laura Covelli, ha selezionato i 10 progetti finalisti. Crediamo fermamente che la conoscenza e il coinvolgimento siano i primi passi per cambiare in meglio il mondo. La forza della fotografia è di unirli entrambi in una frazione di tempo, innescando partecipazione, approfondimento che generano un cambiamento positivo nella nostra società. A Lodi queste energie si incontreranno ancora una volta nelle tante mostre e incontri proposti”, concludono dal Festival.

Le altre realtà e i fotografi finalisti sono: African Women Rising con il progetto Breaking the Cycle of Extreme Poverty: Resilience and Strength in Adversity a cura del fotografo Brian Hodges; Camera Del Lavoro con il progetto Ho visto e non ho più dimenticato, a cura del fotografo Davide Torbidi; Humundi con il progetto Agroecology for a Sustainable Livelihood in Ethiopia, a cura del fotografo Olivier Papegnies; Médicos del Mundo con il progetto Where Oblivion May Not Dwell, a cura della fotografa María Clauss; Nuova Assistenza Soc. Coop. Soc. Onlus con il progetto Vivere la Bellezza, a cura del collettivo Collective of photographers; Sos Humanity con il progetto For More Humanity at Sea – Civil Search and Rescue in the Mediterranean, a cura del fotografoMax Cavallari; We Animals Media con il progetto The Helpers, a cura del collettivo Collective of photographers; People for Successful Corean Reunification (PSCORE) con il progetto Awakenings, a cura del fotografo Filippo Venturi; Società Cooperativa Sociale Comunità Progetto a r.l. con il progetto Derive e Approdi, a cura del fotografo Luca Meola.


Giulio Tonincelli, fotografo e filmmaker indipendente, co-founder di Moonwalk Studio e programmatore dell’Orvieto Cinema Fest. Realizza progetti per diverse ONG viaggiando tra Vicino Oriente, India, America Latina e Africa. I suoi progetti sono stati selezionati in numerosi festival internazionali in oltre 20 paesi. Ha trascorso il mese di dicembre 2022 in Bosnia, come volontario di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Qui il suo racconto di ritorno dalla sua missione in Bosnia, a fine 2022.

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