Anche le Chiese evangeliche di Germania si impegneranno presto in un programma di corridoi umanitari, così come deciso durante l’ultimo Sinodo valdese. Lo ha detto oggi a Roma Luca Maria Negro, presidente della Fcei (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), durante la conferenza stampa che ha annunciato il conferimento del Premio Nansen per i rifugiati per la regione Europa dell’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) ai corridoi umanitari finanziati separatamente dalle Chiese cristiane (Chiesa cattolica, Fcei e Tavola valdese) e realizzati operativamente da Comunità di Sant’Egidio e Caritas italiana. “È un esempio replicabile e uno stimolo ad affrontare con serietà e consapevolezza il fenomeno migratorio”, ha affermato Negro, che vuole dedicare il premio a “tutte le persone ancora rinchiuse nei lager libici”, rinnovando la speranza di “corridoi umanitari europei dalla Libia”. Alessandra Trotta, della Tavola valdese, ha ricordato che il programma è stato possibile grazie a normative europee sulla protezione internazionale “che erano state dimenticate. Ma qualcuno ci ha creduto ed ha portato avanti una idea giusta, in contrapposizione con il clima di chiusura, intolleranza e razzismo che stiamo vivendo negli ultimi anni”. L’auspicio è che “questa esperienza pilota possa trasformarsi in politica strutturale europea”. Anche Claudio Cottatellucci, della Comunità di Sant’Egidio, ha sottolineato la necessità di una prospettiva europea, accompagnata da una seria politica di integrazione. Le cifre di 2.600 arrivi in sicurezza in 4 anni dimostrano che è possibile “restituire un’anima a questa Europa”. Oliviero Forti, di Caritas italiana, ha ricordato l’impegno delle comunità diocesane nell’accoglienza, che ha “un valore simbolico sul piano culturale ed educativo perché affronta un tema altamente conflittuale nei territori”, visto che parole come “solidarietà” e “accoglienza” negli ultimi tempi “sono state completamente stravolte”. “Bisogna far entrare nel lessico comune – ha sottolineato Forti – che l’unico modo per affrontare il fenomeno migratorio è far entrare le persone in maniera legale e sicura”. La cerimonia di consegna del prestigioso premio – chiamato anche il “Nobel dei rifugiati” – avverrà a Roma il 25 settembre presso l’Ambasciata norvegese.